sono stata a cuba qualche anno fa, una toccata e fuga di una settimana, ho fatto le foto più belle della mia carriera. con due amiche, un amico, una macchina a macinare chilometri, 4 zaini e almeno due fotocamere a testa, tenendoci ben lontani da varadero. parlando con chiunque, rimanendo senza parole di fronte a cose e persone, in case coloniali magnifiche e ricche, mangiando aragoste e granchi appena pescati, in piedi con un costume addosso e i piedi sporchi dei viaggiatori. quell’isola a forma di lucertola mi è rimasta nel cuore, per l’entusiasmo, LA VITA, l’ironia della gente, le cose ferme alla fine degli anni cinquanta: non aver da mangiare ma aver in mano una torta di pasticceria ipercolorata e ACRILICA per una qualche festa, appoggiata su un cartone quadrato e portata in un autobus strapieno. credo sia il posto che mi è rimasto più nel cuore, un luogo astratto, immerso in una realtà politica che ha avuto e tuttora ha dell’incredibile. questo libro ASPETTANDO LA NEVE ALL’AVANA di carlos eire ed. piemme € 19.00 ha la stessa vita, è un libro a colori, direi visivo, da farci un film subito. un’infanzia felice e primitiva alla rousseau. carlos racconta la sua infanzia pre-rivoluzione, figlio di un giudice nell’avana ricca e patinata ante-fidel, le scorribande, i disastri, i dispetti di tutti i bambini, qui son più gioiosi perchè ambientati ai tropici. infanzia che finisce con la sua partenza, senza genitori a 8 anni per gli stati uniti, in fuga da quella rivoluzione, nell’ambito dell’operazione pedro pan, che ha portato negli states 14 mila bambini cubani nel giro di poco tempo. se siete stati a cuba -non varadero- e vi ha stregato: leggetelo ma non regalatelo a qualcuno che crede ancora che quella rivoluzione sia stata la manna dal cielo.
BELLO!!! BELLOO!! BELLISSIMO!!
Conto di regalarne un pò di copie per Natale alle amiche.
Stasera vado ad una festa cubana. Non c’entra niente con il libro, ma con Cuba sì.